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Oltre 27mln per studi pro-immigrazione: l’Europa non faccia propaganda!

Dopo i 10 milioni di euro destinati al cosiddetto ‘Corano europeo’ e i 17 milioni per ricerche su Islam, sharia e islamofobia, continuano a piovere fondi dalle istituzioni europee per progetti di ricerca dal chiaro contenuto ideologico, questa volta in tema di immigrazione. Consultando le banche dati dei finanziamenti dell’Unione Europea, ho rilevato che sono stati destinati oltre 27 milioni di euro, in gran parte dal Consiglio Europeo della Ricerca, a studi su migranti, accoglienza e ONG.

Tra questi troviamo: un progetto dell’Università di Hannover (oltre 5 milioni) su come “chiedere ai potenziali migranti in quale luogo si sentirebbero a casa”; uno studio belga (oltre 3 milioni) su “come riaprire un dialogo equo sulla migrazione”; una ricerca dell’Università di Berna sull'”influenza dei media sulla percezione dell’immigrazione da parte dei cittadini”; un progetto dell’Università di Lione (3 milioni) su “soluzioni abitative innovative per l’inserimento dei migranti”; uno dell’Università di Essex sull'”uguaglianza per gli immigrati in cerca di lavoro”.

Non mancano progetti legati ONG, come quello dell’Università di Barcellona (quasi 5 milioni di euro) intitolato “uno strumento predittivo per aiutare le ONG a gestire meglio le esigenze dei migranti”. Anche alcune università italiane sono coinvolte: l’Università di Modena e Reggio Emilia con “una piattaforma per le narrazioni sulle migrazioni passate e presenti” (3 milioni); l’Università di Genova con uno studio da 2,5 milioni per “spiegare il nesso tra la rotte dei migranti e la solidarietà”. Infine, ad Amsterdam è stato finanziato un progetto per “garantire l’attuazione di politiche migratorie basate sui principi”.

Negli ultimi dieci anni, la propaganda filo-immigrazionista e pro-accoglienza indiscriminata si è diffusa in Europa grazie alla sinistra ideologica. Non mi stupisce quindi la quantità di finanziamenti ‘mirati’. Tuttavia, trovo inaccettabile l’enorme impiego di fondi pubblici, soprattutto ora che la Commissione Europea, seppur molto timidamente, sta valutando riforme più restrittive in materia di immigrazione, asilo e rimpatri. Come già emerso con i milioni stanziati per studi sull’Islam, sembra evidente una precisa volontà politica nella selezione dei progetti da finanziare.

Presenterò un’interrogazione alla Commissione Europea per chiarire con quali criteri vengono scelti i progetti, come avviene la valutazione e il controllo, e come si intenda garantire maggiore neutralità ideologica nella distribuzione dei fondi. L’Unione Europea non può usare i soldi dei cittadini per fare propaganda.”

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